Incontro del 26 ottobre
Gesù entrò nella città di Gèrico e la stava attraversando, quand’ecco un uomo, di nome Zacchèo, capo dei pubblicani e ricco, cercava di vedere chi era Gesù, ma non gli riusciva a causa della folla, perché era piccolo di statura. Allora corse avanti e, per riuscire a vederlo, salì su un sicomòro, perché doveva passare di là. Quando giunse sul luogo, Gesù alzò lo sguardo e gli disse: «Zacchèo, scendi subito, perché oggi devo fermarmi a casa tua».Scese in fretta e lo accolse pieno di gioia. Vedendo ciò, tutti mormoravano: «È entrato in casa di un peccatore!». Ma Zacchèo, alzatosi, disse al Signore: «Ecco, Signore, io do la metà di ciò che possiedo ai poveri e, se ho rubato a qualcuno, restituisco quattro volte tanto».
Gesù gli rispose: «Oggi per questa casa è venuta la salvezza, perché anch’egli è figlio di Abramo. Il Figlio dell’uomo infatti è venuto a cercare e a salvare ciò che era perduto».
(Paolo Ricca 27.4.2014 Padova «Bibbia Aperta»)…la chiesa dell’amore è una chiesa che ha un centro, ma non ha confini. Qui possiamo ricordare una parola straordinaria dell’apostolo Paolo, una parola che dice: «Dio… ha rinchiuso tutti nella disobbedienza, per fare misericordia a tutti» (Rm 11,32). A tutti, non a qualcuno o a molti. Ecco allora che non sai più dove stanno i confini. Il centro ci vuole: se non c’è un centro non c’è comunità. Il centro – è inutile dirlo – è il Cristo, ma una volta che hai posto saldamente questo centro dove tracci il confine della circonferenza a partire da quel centro? Gesù ha mai tracciato dei confini? Non ha piuttosto cercato sempre di allargare i confini della comunità di cui faceva parte, dicendo, ad esempio, di Zaccheo, il pubblicano escluso dalla comunità israelitica: «Anche questo è figlio di Abramo» (Lc 19,9). Ma non solo. Dice del centurione romano: «In verità vi dico che non ho trovato tanta fede in Israele quanta ne ho trovato in questo pagano» (Lc 7,9). Ma non solo. Dice della prostituta che gli rigava i piedi di lacrime e glieli asciugava con i capelli: «I suoi molti peccati le sono perdonati perché ha molto amato» (Lc 7,47).
Guardate l’«ambiguità» evangelica di Gesù: Ha molto amato! Questi sono fuori? Il centurione pagano, la prostituta, Zaccheo sono fuori? No! Allora dove passano i confini della comunità di Gesù? E, del resto, se dobbiamo tracciare i confini dell’amore, dove li tracciamo? Se ricordiamo che nel sermone sul monte Gesù dice di amare i nemici (cf. Mt 5,44), allora dove passano questi confini? E se non si possono tracciare i confini dell’amore, allora come si potranno tracciare i confini della chiesa dell’amore? Capisco che possa essere difficile immaginare una chiesa senza confini ma, almeno per me, è ancora più difficile immaginare una chiesa dell’amore con dei confini.
Ma oltre ai confini esterni, ci sono i confini interni alla comunità cristiana: ad esempio, il confine tra chierici e laici che fine fa? Oppure il confine tra maschi e femmine che fine fa? Le uniche persone della comunità di Gesù che quanto meno, sia pure da lontano, guardano il Crocifisso, la scena del Golgota, sono le donne mentre tutti gli uomini sono spariti. Allora quel confine lì nella chiesa dell’amore non so bene dove vada a finire. Ci sarebbero tanti altri confini: il confine confessionale, nazionale, razziale, ecc. Dove vanno questi confini nella chiesa dell’amore con un centro saldamente stabilito e fissato ma senza confini?
Lascia un commento
Devi essere connesso per inviare un commento.