Donne, talenti per la Pace

Incontro del 16 novembre

Conducimi dalla morte alla vita,
dalla menzogna alla verità.
Conducimi dalla disperazione alla speranza,
dalla paura alla verità.
Conducimi dall’odio all’amore,
dalla guerra alla pace.
Fa’ sì che la pace riempia i nostri cuori,
il nostro mondo, il nostro universo.
Pace, Pace, Pace.
Madre Teresa di Calcutta

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Immagine: La parabola dei talenti, dipinto di Willem de Poorter XVII sec.

Osservate tutto ciò che vi dicono, ma non agite secondo le loro opere

Incontro del 2 novembre

O Dio, creatore e Padre di tutti, donaci lo Spirito del tuo Figlio Gesù, venuto tra noi come colui che serve, affinché riconosciamo in ogni uomo la dignità di cui lo hai rivestito e lo serviamo con semplicità̀ di cuore.
Dalla liturgia Cattolica

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Immagine: James Tissot, Woe unto You, Scribes and Pharisees, Brooklyn Museum

L’abito nuziale

Incontro del 12 ottobre

O Padre, che inviti tutti gli uomini alle nozze del tuo Figlio, rivestici dell’abito nuziale e donaci di accogliere sempre le sorprese del tuo amore.
dalla liturgia cattolica

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Immagine: Parabola dell’invito alle nozze, Bernardo Strozzi – Genova

La pace è finita, andate a messa

Incontro del 28 settembre

Il frutto dell’eucaristia dovrebbe essere la condivisione dei beni. I nostri comportamenti invece sono l’inversione di questa logica. Le nostre messe dovrebbero smascherare i nuovi volti dell’idolatria. Le nostre messe dovrebbero metterci in crisi ogni volta. […] Dovrebbero smascherare le nostre ipocrisie e le ipocrisie del mondo. Dovrebbero far posto all’audacia evangelica. Non dovrebbero servire agli oppressori.
Bonhoeffer diceva che non può cantare il canto gregoriano colui che sa che un fratello ebreo viene ammazzato. Non si può cantare il canto gregoriano quando si sa che il mondo va così.
Tante volte anche noi, presi da una fede flaccida, svenevole, abbiamo fatto dell’eucaristia un momento di compiacimenti estenuanti, che hanno snervato proprio la forza d’urto dell’eucaristia e ci hanno impedito di udire il grido dei Lazzari che stanno fuori la porta del nostro banchetto.
Se dall’eucaristia non parte una forza prorompente che cambia il mondo, che dà la voglia dell’inedito, allora sono eucaristie che non dicono niente.
Se dall’eucaristia non si scatena una forza prorompente che cambia il mondo, capace di dare a noi credenti l’audacia dello Spirito Santo, la voglia di scoprire l’inedito che c’è ancora nella nostra realtà umana, è inutile celebrare l’eucaristia. Questo è l’inedito nostro: la piazza. Lì ci dovrebbe sbattere il Signore, con una audacia nuova, con un coraggio nuovo. Ci dovrebbe portare là dove la gente soffre oggi. La Messa ci dovrebbe scaraventare fuori.
Anziché dire la messa è finita, andate in pace, dovremmo poter dire la pace è finita, andate a messa. Ché se vai a Messa finisce la tua pace.
Tonino Bello

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Immagine: Caravaggio, vocazione di Matteo – chiesa di San Luigi dei Francesi, Roma

“Il mio giogo infatti è dolce e il mio peso leggero”

Incontro del 6 luglio

O Dio, che ti riveli ai piccoli
e doni ai poveri l’eredità del tuo regno,
rendici miti e umili di cuore,
a imitazione di Cristo tuo Figlio,
perché, portando con lui il giogo soave della croce,
annunciamo al mondo la gioia che viene da te.
dalla liturgia Cattolica

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Immagine: Cristo Portacroce, 1510 circa, Giovanni Bellini, Rovigo

Solo quando avremo taciuto noi…

Incontro del 22 giugno

Solo quando avremo taciuto noi, Dio potrà parlare.
Comunicherà a noi solo sulle sabbie del deserto.
Nel silenzio maturano le grandi cose della vita:
la conversione, l’amore, il sacrificio.
Quando il sole si eclissa pure per noi,
e il Cielo non risponde al nostro grido,
e la terra rimbomba cava sotto i passi,
e la paura dell’abbandono rischia di farci disperare,
rimanici accanto.
In quel momento, rompi pure il silenzio:
per dirci parole d’amore!
E sentiremo i brividi della Pasqua.
Tonino Bello

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Immagine: Mosè e il roveto ardente, vetrata di Notre-Dame, Parigi

Vivere per…

Incontro del 8 giugno

Dio Gesù nel Vangelo aggiunge: «Colui che mangia me vivrà per me». Come a dire: chi si nutre dell’Eucaristia assimila la stessa mentalità del Signore. Egli è Pane spezzato per noi e chi lo riceve diventa a sua volta pane spezzato, che non lievita d’orgoglio, ma si dona agli altri: smette di vivere per sé, per il proprio successo, per avere qualcosa o per diventare qualcuno, ma vive per Gesù e come Gesù, cioè per gli altri. “Vivere per” è il contrassegno di chi mangia questo Pane, il “marchio di fabbrica” del cristiano:
Vivere per.
Si potrebbe esporre come avviso fuori da ogni chiesa: “Dopo la Messa non si vive più per sé stessi, ma per gli altri”.
Papa Francesco a Molfetta

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Immagine: Papa Francesco a Molfetta

Diffondere la speranza

Incontro del 25 maggio

Aiutaci, Padre, Creatore di tutti i popoli, a diffondere la speranza nel nostro tempo; aiutaci a farla germogliare anche là dove regna la disperazione, là dove la sofferenza, l’abbandono, la rassegnazione induriscono il cuore e impediscono di guardare al mondo nuovo che ha cominciato a realizzarsi in Gesù Cristo.
Benedici, Padre, la nostra comunità, permettile di manifestare la comunione della chiesa universale che il tuo Spirito edifica e assiste.
dalla liturgia Valdese

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Immagine: Pierre Reymond (1522), La Pentecôte, musée d’art de Saint-Louis

«Io mando su di voi Colui che il Padre mio ha promesso»

Incontro del 18 maggio

Per prima cosa Gesù dice ai suoi amici: «Io mando su di voi Colui che il Padre mio ha promesso». …
Gesù non sta abbandonando i discepoli. Ascende al Cielo, ma non ci lascia soli. …
«È bene per voi che io me ne vada, perché, se non me ne vado, non verrà a voi il Paraclito» (Gv 16,7), cioè lo Spirito. Anche in questo si vede l’amore di Gesù per noi: la sua è una presenza che non vuole limitare la nostra libertà. Al contrario, fa spazio a noi, perché il vero amore genera sempre una vicinanza che non schiaccia, non è possessivo, è vicino ma non possessivo; anzi, il vero amore ci rende protagonisti.
Lo Spirito Santo rende presente Gesù in noi, oltre le barriere del tempo e dello spazio, per farci suoi testimoni nel mondo.
Papa Francesco

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Immagine: Giotto Cappella degli Scrovegni Padova

Siate pronti sempre a rispondere a chiunque vi domandi ragione della speranza che è in voi

Incontro del 11 maggio

Raccogli, Signore, le preghiere che salgono a te da ciascuno di noi: tu solo sai ascoltarci e comprenderci, tu solo vieni a noi nel momento della gioia per insegnarci a condividerla con i fratelli e le sorelle; nel momento del dolore per darci, contro ogni evidenza, la certezza che non siamo abbandonati. Concedi anche a noi di saper ascoltare e comprendere. Non permettere che passiamo accanto ai tanti che soffrono, anche oggi, in mezzo a noi, senza essere prossimo per loro, come tu ci insegni ad esserlo in Gesù Cristo.
dalla liturgia Valdese

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Immagine: Risurrezione, Noli me tangere, Ascensione, Pentecoste
Meister des Schöppingen (1449),

30 anni – memoria di don Tonino

Incontro del 20 aprile

Spirito Santo, dono del Cristo morente,
fa’ che la Chiesa dimostri di averti ereditato davvero.
Trattienila ai piedi di tutte le croci, quelle dei singoli e quelle dei popoli.
Ispirale parole e silenzi, perché sappia dare significato al dolore degli uomini.
Così che ogni povero comprenda che non è vano il suo pianto, e ripeta con il salmo: “Le mie lacrime Signore raccogli” .
Rendila protagonista infaticabile di deposizioni dal patibolo, perché i corpi schiodati dei sofferenti trovino pace sulle sue ginocchia di madre. In quei momenti poni sulle sue labbra canzoni di speranza.
E donale di non arrossire mai della croce,
ma di guardare ad essa come l’antenna della sua nave, le cui vele tu gonfi di brezza e spingi con fiducia lontano.
Tonino Bello

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Immagine: Tonino Bello vescovo +20 aprile 1993

… la sua Parola corre veloce

Incontro del 29 dicembre

Padre, con la tua parola hai creato i cieli
nella tua Parola tutto contieni,
per essa la terra continua a fiorire
e l’universo a espandersi:
è per la tua Parola fattasi carne
che hai reso feconda la storia,
manda sempre a tutti gli uomini
il tuo Spirito santo,
perché riveli loro i germi del tuo Verbo
nascosti in ogni religione e cultura
e li conduca alla Verità tutta intera.
Amen.
Turoldo – Ravasi

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Liberaci, Signore, dalle nostre molte illusioni.

Incontro del 24 novembre

Liberaci, Signore, dalle nostre molte illusioni. Liberaci soprattutto dalla pretesa di ascendere a te dimenticando i nostri fratelli e le nostre sorelle: perché in realtà sei tu che vieni a noi per incontrarci e salvarci nella fragilità della nostra condizione umana.
Insegnaci a non tentare vane fughe verso l’alto, ma a lasciarci incontrare da te su questa terra, camminando nella tua luce in comunione con il nostro prossimo.
Nel nome di Gesù. Amen.
dalla liturgia Valdese di Avvento

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Giustificato!

Incontro del 20 ottobre

Agostino aveva dato, dell’espressione “giustizia di Dio”, la stessa spiegazione di Lutero tanti secoli prima. “La giustizia di Dio (justitia Dei) -aveva scritto- è quella grazie alla quale, per sua grazia, noi diventiamo giusti, esattamente come la salvezza di Dio (salus Dei) (Sal 3,9) è quella per quale Dio salva noi” … Gregorio Magno aveva detto: “Non si perviene dalle virtù alla fede, ma dalla fede alle virtù”. E san Bernardo: “Io, quello che non posso ottenere da me stesso, me lo approprio (usurpo!) con fiducia dal costato trafitto del Signore, perché è pieno di misericordia. …
E che ne è della mia giustizia? O Signore, mi ricorderò soltanto della tua giustizia. Infatti essa è anche la mia, perché tu sei per me giustizia da parte di Dio (cf. 1 Cor 1, 30)”. Tommaso d’Aquino era andato anche oltre. Commentando … “la lettera uccide, mentre lo Spirito da la vita” (2 Cor 3,6), egli scrive che per lettera si intendono anche i precetti morali del vangelo, per cui “anche la lettera del Vangelo ucciderebbe, se non si aggiungesse, dentro, la grazia della fede che sana”.
Raniero Cantalamessa

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Lo depose nella mangiatoia

Incontro del 16 giugno

«Lo depose nella mangiatoia». Nel giro di poche righe, la parola mangiatoia è ripetuta tre volte… L’evangelista allude: non c’è dubbio. Lui, il pittore, vuole ritrarre Maria nell’ atteggiamento di chi riempie il cestino vuoto della mensa. Se è vero che nella mangiatoia si mette il pasto per gli animali, non è difficile leggere in quella collocazione l’intendimento di presentare Gesù, fin dal suo primo apparire, come cibo del mondo. Anzi, come il pane del mondo. …
C’è nel Vangelo tanto tripudio di pane, che dividendosi si moltiplica, e passando di mano in mano sazia la fame dei poveri adagiati sull’erba, e trabocca nella rimanenza di dodici sporte. … Per questo, al centro della preghiera da rivolgere al Padre, Gesù ha inserito la richiesta del pane quotidiano. E ha lasciato a noi la formula per implorare la grazia di una sua giusta distribuzione, in modo che nessuno dei figli rimanga a digiuno.

Tonino Bello

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