incontro 16 ottobre –
Nato povero, ma da onorata e umile gente, sono particolarmente lieto di morire povero, avendo distribuito secondo le varie esigenze e circostanze della mia vita semplice e modesta, a servizio dei poveri e della santa chiesa che mi ha nutrito, quanto mi venne fra mano – in misura assai limitata del resto – durante gli anni del mio sacerdozio e del mio episcopato. Apparenze di agiatezza velarono talora, anzi sovente, nascoste spine di affliggente povertà e mi impedirono di dare sempre con la larghezza che avrei voluto. Ringrazio Dio di questa grazia della povertà di cui feci voto nella mia giovinezza, povertà di spirito e povertà reale; e che mi sorresse a non chiedere mai nulla, né posti, né danari, né favori, mai, né per me, né per i miei parenti o amici.
Nell’ora dell’addio, o meglio dell’arrivederci, ancora richiamo a tutto ciò che più vale nella vita: Gesù Cristo benedetto; la sua santa chiesa, il suo Vangelo, e nel Vangelo, soprattutto il Pater noster, e nello Spirito e nel cuore di Gesù e del Vangelo, la verità e la bontà, la bontà mite e benigna, operosa e paziente, invitta e vittoriosa.
Papa Giovanni XXIII, Testamento spirituale
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Immagine: Papa Giovanni XXIII

