La divisione dei pani.

Incontro del 19 giugno

di Tonino Bello

…la pagina della divisione dei pani. Il dividendo sono i cinque pani e i due pesci; il divisore è costituito da cinquemila persone. Gli altri evangelisti aggiungono senza contare le donne e i bambini. Una divisione con le cifre decimali. Tutti furono sazi: questo è il risultato, il quoziente. Ma c’è anche il resto: avanzarono dodici canestri. E’ una vera e propria divisione: perché la chiamarono moltiplicazione dei pani? E siamo ancora così tardi nel capire per quale motivo il Signore ha voluto prendere un bambino, che a quel tempo non contava niente, come non contavano niente le donne e i vecchi; che volutamente ha scelto il segno della fragilità umana, della trascuratezza, dell’emarginazione?
Un bambino, cosa può tenere nel suo canestro? Si era portato dietro la merenda, cinque pani e due pesci. Gesù gli ha detto: “Vieni qua; adesso questi li dividiamo”. Poi li ha presi e li ha spezzati: quando si spezza, mi pare che si divida. Gesù ha fatto sedere la gente sul prato,… E una celebrazione cosmica, sull’erba verde, è una riconciliazione con il creato. Questo odore di forno, questo pane che passa di mano in mano e si spezza, si divide, sazia, avanza. Un insegnamento straordinario, cari fratelli miei: non è la moltiplicazione che sazierà il mondo, è la divisione! Il pane basta, cinque pani e due pesci bastano. Il pane che produce la terra è sufficiente. E l’accaparramento, invece, che impedisce la sazietà di tutti e provoca la penuria dei poveri. Se il pane, dalle mani di uno, possa nelle mani dell’altro, viene diviso, basta per tutti. Questo è l’insegnamento di questa pagina straordinaria del Vangelo. Essa ci introduce ancora una volta nella logica sconvolgente del Signore. Dividete le vostre ricchezze, fatene parte o coloro che non ne hanno, ai diseredati della vita. Non solo a coloro che non hanno denaro, ma anche a coloro che hanno il portafoglio gonfio e il cuore vuoto! E a coloro che non hanno salute, che sono esauriti, stanchi, che non ce la fanno più. Passa ancora una volta, Signore, fermati accanto a noi sull’erba verde.
Tonino Bello
Il foglietto: Parte A Parte B