Incontro del 30 novembre
Gesù che nasce per amore vi dia la nausea di una vita egoista, assurda, senza spinte verticali.
E vi conceda la forza di inventarvi un’esistenza carica di donazione, di preghiera,
di silenzio, di coraggio.
Il Bambino che dorme sulla paglia vi tolga il sonno e faccia sentire il guanciale del vostro letto
duro come un macigno,
finché non avrete dato ospitalità a uno sfrattato,
a un marocchino, a un povero di passaggio.
Dio che diventa uomo vi faccia sentire dei vermi
ogni volta che la carriera diventa idolo della vostra vita; il sorpasso, progetto dei vostri giorni;
la schiena del prossimo, strumento delle vostre scalate.
Maria, che trova solo nello sterco degli animali la culla ove deporre con tenerezza il frutto del suo grembo,
vi costringa con i suoi occhi feriti a sospendere
lo struggimento di tutte le nenie natalizie,
finché la vostra coscienza ipocrita accetterà
che lo sterco degli uomini o il bidone della spazzatura
o l’inceneritore di una clinica diventino
tomba senza croce di una vita soppressa.
Giuseppe, che nell’affronto di mille porte chiuse è il simbolo di tutte le delusioni paterne,
disturbi le sbornie dei vostri cenoni,
rimproveri i tepori delle vostre tombolate,
provochi corti circuiti allo spreco delle vostre luminarie, fino a quando non vi lascerete mettere in crisi
dalla sofferenza di tanti genitori che versano lacrime segrete per i loro figli senza fortuna,
senza salute, senza lavoro.
Gli angeli che annunziano la pace portino guerra
alla vostra sonnolenta tranquillità incapace di vedere che, poco più lontano di una spanna
con l’aggravante del vostro complice silenzio,
si consumano ingiustizie, si sfrutta la gente,
si fabbricano armi, si militarizza la terra degli umili,
si condannano i popoli allo sterminio per fame.
I poveri che accorrono alla grotta, mentre i potenti tramano nell’oscurità e la città dorme nell’indifferenza, vi facciano capire che, se anche voi volete vedere
“una gran luce”, dovete partire dagli ultimi.
Che le elemosine di chi gioca sulla pelle della gente sono tranquillanti inutili.
Che le pellicce comprate con le tredicesime
di stipendi multipli fanno bella figura, ma non scaldano. Che i ritardi dell’edilizia popolare sono atti di sacrilegio, se provocati da speculazioni corporative.
I pastori che vegliano nella notte,
“facendo la guardia al gregge” e scrutando l’aurora,
vi diano il senso della storia, l’ebbrezza delle attese,
il gaudio dell’abbandono in Dio.
E poi vi ispirino un desiderio profondo di vivere poveri: che poi è l’unico modo per morire ricchi.
Sul nostro vecchio mondo che muore, nasca la speranza. Tonino Bello
Il foglietto: Parte A Parte B
Voce di uno che grida nel deserto.
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in Incontri
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